A nessuno piace la viuuuulenza. Tranne ai viuuuuulenti. E se c’è una cosa che piace molto ai viuuuuulenti è picchiarsi in club clandestini di boxe.
Anzi, non è così.
Tutti arriviamo a un punto di saturazione; broker, manager, tizi unti della friggitoria di McDonald’s, prima o poi tutti abbiamo bisogno di un sano sfogo costruttivo. Puoi metterti a costruire barche in bottiglie, riparare lavandini o pestare a sangue un altro cristo che si è rotto il cazzo del mondo.
Ora, a Tyler Durden sta molto bene che la gente si picchi. Lo trova terapeutico. Lo trova terapeutico anche l’altro protagonista, innominato, incazzato, inbellettato.
E cosa succede se due persone vogliono ardentemente la stessa cosa? O si ammazzano per averla, oppure, come i due nostri amici, si uniscono per condividerla. E se normalmente si parla di qualche vecchia reliquia o di un prezioso tesoro, l’oggetto di unione qua è un club di pugilato segreto che viene chiamato “Fight Club”.
Però va tutto a puttane (come sempre) e blah blah blah, non rivelo la fine. Basta sapere l’anima di tutto questo film:
Prima parte: VIUULENZA
Seconda parte: Aspe aspe, la VIUULENZA è sbagliata.
Ora, a me Fincher piace un casino, e lo trovo un grande regista, ma quando fai un film su un’ideologia nichilista e anarcoide, o la dipingi male, o la condividi. E lui sembra condividere le idee di Durden e Mr. X, ma nella seconda parte crolla tutto.
Nah
NAH.
Fincherino, se fai un film del genere, assicurati di esaltarne le idee fino alla fine.